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Da Hebron a Marco Bollani

Prima di cominciare vi rendo partecipi di una piccola riflessione personale: mi rendo conto di aver acquisito alcune caratteristiche “locali” per quanto mantenga salda la mia fiera italianita’!Me ne sono accorta oggi quando ho ordinato il caffe’ afuch (il cappuccino de noartri) e l’acqua minerale, la cosiddetta soda! Davvero un gesto israeliano...

Ho trascorso il mio ultimo venerdi tra la sacra citta’ di Hebron e il concerto Jazz di Marco Bollani che avevo mancato a Vasto ad Agosto ed, essendosi riproposta l’opportunita’ a Tel Aviv, non avrei potuto dire no una seconda volta!

Ad Hebron ho partecipato nuovamente ad un interessante tour organizzato da Breaking the silence (www.breakingthesilence.org.il) organizzazione no profit sorta nel 2004 e formata da ex soldati combattenti che hanno deciso di rompere il silenzio e di raccontare le loro esperienze ad Hebron durante il periodo di leva. Questa ‘ una citta’ sacra per l’ebraismo e per l’Islam perche’ ospita la tomba dei Patriarchi. E’ la piu’ grande citta’palestinese della Cisgiordania, 200.00 abitanti ma dal 1997 e’ divisa in due parti; H1 definita zona A sotto il totale controllo dell’autorita’ palestinese, H2 dove vivono ebrei e Palestinesi ma definita secondo gli Accordi di Oslo zona C ovvero sotto il controllo militare Israeliano.

Credo che sia uno dei posti dove l’odio si tagli col coltello, si respira, ti entra dentro e ti lascia incredulo perche’ tutto appare come una lotta etnica senza fine. Il mercato centrale di Hebron e i negozi palestinesi che circondavano la tomba dei Patriarchi sono tutti chiusi. Il centro di Hebron e’ popolato da fantasmi, inferriate alle finestre, filo spinato e passaggi chiusi con blocchi di cemento. Palazzi in rovina, militari in strada e tratti di strada chiusi ai palestinesi. Si, avete capito bene: nella H2 ci sono strade presidiate h24 dai soldati israeliani dove i palestinesi, in quanto tali, non possono accedere perche’ troppo vicine agli isediamenti dove vivono 850 ebrei. Sono le cosiddette “Strade Sterili”.

Hebron ti lascia la rabbia dentro. Ti genera un senso di sconforto e tristezza che impiega tempo ad essere metabolizzato. Hebron e’ quel posto dove ti chiedi se e’ davvero reale quello che stai vedendo. E’ una scomoda, inspiegabile realta’che appare incomprensibile gia’ guardando la cartina a colori dove una minuziosa leggenda dettaglia chi puo’ vivere dove. Hebron la devi andare a cercare altrimenti non la vedi da lontano e non ci inciampi per sbaglio. Ti ci devi immergere perche’ lo vuoi, non ti ci accompagnano volentieri perche’ Hebron e’ meglio non conoscerla. E se pensate che sia facile trarre delle conclusioni vi sbagliate di grosso. La faccenda e’ intricata, una matassa piena di nodi.

E poi torni a Tel Aviv e ti si apre un mondo. Ma come, solo 1 ora e mezzo di viaggio ed e’ tutto cosi diverso! Certo, a Tel Aviv c’e’ la settimana della musica jazz. Un veloce cambio di abito e via ad ascoltare questo dotato compositore la cui musica ha fatto danzare tutti i miei disordinati pensieri che cercavano ordine in testa! Inutile dirvi che l’ordine non l’hanno ancora trovato.

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