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I violini della speranza



Vi racconto una storia. Quella di Amnon Weinstein e i suoi violini della speranza. Amnon e’ nato nel 1939 in Palestina da genitori lituani che arrivarono un attimo prima dell’inizio della guerra. La sua e’ una professione affascinante, appassionata, che lo accompagna da tutta la vita. Amnon di professione fa il liutaio e lo fa da piu’ di mezzo secolo, da quando ha smesso di suonare il violino la cui disciplina l’aveva appresa dal padre e poi nelle scuole di Cremona e Parigi.


“Se vuoi fare il liutaio devi dimenticarti di poter maneggiare un violino per via dei dolori che inizi ad accusare riparandoli. Se il mio braccio sinistro potesse parlare, avrebbe un bel po’ di cose da dirmi.”mi ha confessato Amnon durante il nostro incontro.



Amnon lavora in un seminterrato nascosto nel cuore di Tel Aviv lasciando che i suoi violini facciano il giro del mondo diventando protagonisti dei concerti all’interno di sinagoghe, chiese e sale concerto. I 90 violini che sono come i suoi figli hanno qualcosa in comune: sono tutti appartenuti ad ebrei e sono tutti collegati all’olocausto. I violini, circa 90 attualmente, gli sono stati donati dai sopravvissuti all’olocausto o da membri di famiglia. Ogni violino ha una storia e questa va raccontata per non essere dimenticata.


Il violino e’ stato il mezzo prediletto dai nazisti per umiliare con la musica gli ebrei all’interno dei ghetti e dei campi. Ne furono confiscati a migliaia specialmente in Europa Orientale. I violini della speranza sono la risposta al tentativo di annientare un popolo e la sua cultura distruggendo la liberta’ umana.



La musica del violino durante l’olocausto era sinonimo di speranza ed era l’unico modo di convincersi che tempi migliori sarebbero presto arrivati. Il suono emanato da questo strumento permetteva anche a chi camminava verso l’ultima stazione, di provare ancora gioia nel cuore.


I violini di Amnon sono catalogati in quattro gruppi che vanno dal primo, di cui si conoscono perfettamente tutti i dettagli del proprietario e della sua storia, a quello dei violini anonimi di cui si cerca ancora il proprietario e intrecciando nomi, fotografia e vicende si riuscira’ un giorno a recuperare un nome. Amnon e’ sicuro che i violini non sono stati ancota tutti recuperati, di sicuro ce ne sono ancora sparsi in Europa che attendono solo di essere ricondotti a casa nel cuore di Tel Aviv.


Non ho mai conosciuto un liutaio. Amnon mi ha fatto pensare che oltre ad avere un legame con lo strumento stesso, lui e’ profondamente legato alla storia che vi e’ scritta al suo interno e credo che la sua missione sia far volare questi violini per permettere alle storie di diffondersi attraverso il poter seducente della musica.




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